Occhio secco
SINTOMI

La malattia dell’occhio secco è riconoscibile da sintomi specifici che si presentano sin dalle prime manifestazioni in forma leggera. Se trascurati, possono portare ad un decorso cronico della malattia, che diventa più difficile da curare, più dolorosa e invalidante.

I primissimi sintomi a cui stare attenti e da saper riconoscere, per evitare che l’occhio secco vada a minare la qualità della vita, sono:

Gli occhi secchi possono presentarsi anche solo in determinate situazioni: ad esempio, quando si lavora tante ore fissando uno schermo, oppure operando in particolari condizioni ambientali

I sintomi dell’occhio secco possono presentarsi in concomitanza con altre patologie oculari: non sono mai da sottovalutare, in quanto comuni anche ad altre malattie. Consulta l’oculista periodicamente e fai prevenzione dedicando ai tuoi occhi tutte le attenzioni di cui hanno bisogno.

Ridurre i sintomi

Ciò che causa la secchezza oculare può essere, con qualche accorgimento, controllato. Fumo, smog, aria condizionata e ambienti poco arieggiati, non fanno bene né alla salute in generale, né a quella dei tuoi occhi: è risaputo, ed evitarlo è anche relativamente semplice.

La medicina migliore per rigenerare lo stato dei tuoi occhi infatti, potrebbe essere proprio una banale passeggiata all’aperto: poco stress visivo, aria fresca e riposo. 

Quando non si ha a che fare con patologie gravi o croniche, questi piccoli gesti apportano un benessere generale notevole, e possono essere compiuti da tutti senza investirci troppo tempo. 

Ultimo ma non meno importante vantaggio, esercitano una determinante funzione preventiva.

Occhio secco sintomi gravi (per cui contattare subito un medico):

Perdita della vista

Visione doppia

Alterazioni della pupilla

Retrazione delle palpebre

Dolore acuto agli occhi

Corpi estranei o contatto con sostanze chimiche

BIBLIOGRAFIA:

  • TFOS DEWS II – Relazione su Definizione e Classificazione
  • Messmer EM. The pathophysiology, diagnosis, and treatment of dry eye disease. Dtsch Arztebl Int. 2015;112(5):71-82. doi:10.3238/arztebl.2015.0071
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